lillistar

Monday, April 02, 2007

due aprile duelmilaesette, inizio della primavera

sono nella pristina anzienda cum centro di ricerca in cui lavoro, un magnifico esempio di settore pubblico e privato che si incontrano e danno ognuno il peggio di sé, nella ancora piú pristina regione piú "naturale" d´Italia, Süd Tirol, Alto Adige.

É scoppiata la primavera, come si diceva, e da qualche settimana a questa parte il rischio ticchiolatura é in agguato nei monotoni campi di mele che coprono la piana atesina. Questo fungo che colpisce meli e peri si scatena quando la temperatura é alta, e l'umiditá anche. In queste giornate uggiose in cui la pioggia sembra sempre in agguato, gli atomizzatori sono spesso in funzione, a spruzzare la loro dose di veleno funghicida sui meli in prefioritura.

Oggi ho raccolto boccioli di mela , un esercizio dal sapore zen volto a contribuire al miglioramento genetico del melo, o meglio, volto a creare una nuova varitá di mela altoatesian doc, ancora piú croccante, ancora piú grossa, ancora piú lucida di quelle giá sul mercato.
Dunque raccolgo i teneri boccioli dalle sfumature rosa, rosse e bianche, l'odore di erba bagnata mi circonda, i camion dell'Autostrada del Brennero mi sfrecciano accanto (ne passano 4000 al giorno!), mi fermo ad osservare un piccolo nido incastato tra due rami scheletrici, contiente due uova piccoline e azzurrine, bellissime, che mi ripropongo di tornare a fotografare nel pomeriggio. Quando ecco che a qualche di filare di distanze si profila di temuto profilo dell'atomizzatore in funzione, una nuvola di veleno funghicida che si irradia, che brucia le narici e a la gola. Ogni primavera la stessa storia. Saltellando da un piede all'altro e sbracciandomi cerco di attirare l' attenzione dell'operatore del trattore, convinta che non mi avesse vista, e quando si ferma, gli chiedo se avesse intenzione di spruzzarmi, lui scuote le spalle e gentilemte si offre di aspettare un attimo prima di continuare. Grazie, mi manca poco, fermati cinque minuti. Poi puoi riprendere a irradiare, funghi, nidi, le prime api che giá ronzano (ma non era vietato fare trattamenti fitosanitari mentre le api sono intente a raccogliere il polline?).
é la prima volta nella mia vita che sento veramente la morsa della rabbia che viene dalle viscere legata all'avvelenemento della natura. sono anni che mi interesso di agricoltura biologica, sono ambiantalista da sempre, per anni mi sono rifiutata di mangiare animali morti, eppure oggi la vista di quelle due fragili uova azzurrine riempite di funghicida mi ha mosso profondamente. Ora che ci penso, stamattina le strade di campagna erano piene di uccelli morti; ci sará una correlazione tra queste morti e la lotta alla temuta ticchioaltura?

poi ancora mi preoccupo per me stessa. i colleghi non sembrano particolarmente scossi, no, non sanno di regole legate ai trattamenti e i lavoratori che devono stare tra i filari, in effetti non c´é modo di sapere quando si spruzzi, e quindi non c´é modo di tutelarsi se non facendo molta attenzione ai trattori e chiedendo, come ho fatto io, agli operatori di attendere. Ma non si sa nulla di quali siano le distanze di sicurezza da tenere dall'atomizzatore (3 m? 10m?), e per quanto tempo il veleno rimane sugli alberi, sulle foglie, sull'erba. C´é anche una squadra di studenti dell'Istituto agrario che sta piantando dei filari a fianco a noi, anche loro sono vicini agli spruzzi tutto il giorno, ma non sembra essere un problema. Come per molti miei colleghi, cresciuti in masi e aziende dove si producono mele o uva, l'utilizzo di prodotti fitosanitari é normale, e non sembrano credere che possano essere nocivi. Mi sento un po' paranoica, ma in fondo so di avere ragione a preoccuparmi.
ora vado dal responsabile della sicurezza sul lavoro a chiedere delucidazioni.

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