lillistar

Saturday, April 28, 2007

Natale in Catalogna // Christmas in Catalunia




...fra il timo e il rosmarino // ...sorrounded by tyme and rosmary



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Friday, April 27, 2007

TYROLISTAN

La Val Venosta, Vinschgau, Alto Adige: valle alpina interna, con scarse precipitazioni ma ricca di ghiacciai e dunque di acqua, battuta del vento e dal sole.
Il fondovalle è quasi interamente dedicato alla coltivazione intensiva delle mele, le basse temperature che caratterizzano le notti estive favoriscono una coloritura eccezionale dei frutti.
Se si alza lo sguardo verso le pendici delle montagne, si alternano paesaggi alpini classici, alpeggi verdi, boschi, masi, con squarci brullissimi, colori della terra, bruni, grigi, ocra. L'azione del sole e del vento rendono alcune zone semi desertiche.
"Sembra l'Afganistan, a tratti", dico a G., guardando fuori dal finestrino.
"Ah ah ha. Si, un po', ma mancano i campi di papaveri".
"A ben guardare ci sono: le mele sono l'oppio del Sud Tirolo. Siamo in Tyrolistan."


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Vinschgau Valley, South Tyrol: an internal alpine valley with scarce rainfall but rich in water from the numerous glaciers in the area.
The lower valley is devoted to intensive apple cultivation. The cold summer nights provoke the apples to develop a stronger color than the ones grown in warmer climates.
The mountains of the upper valley come in two types: the green ones, with pastures, cows, forests, and the brown ones, dry, rocky, wind and sun beaten.
"It looks like Afghanistan, at times" I tell G. while looking out of the car window.
"Ha aha ah, yes it does, but I can't see the poppy fields"
"No, if you look closely, you can see them. The apples are the opium of South Tyrol. We are in Tyrolistan."

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Friday, April 20, 2007

fellow bloggers

Vorrei segnalare due blog (che trovate anche fra i link) che sono sempre molto interessanti da leggere:

il primo é del nostro caro amico frnc, http://finoaquituttobene.blogspot.com, che ci screma sempre notizie, storie, commenti interessanti da quel calderone immenso che sono le risorse web.

il secondo é di Laila, giornalista palestinese http://a-mother-from-gaza.blogspot.com/ che vive fra Gaza e gli Stati Uniti. Con grande umanitá e spirito critico L. racconta storie di vita quotidiana e analisi politica che ci aiutano a capire la realtá in cui il popolo palestinese é costretto a vivere.

Leggeteli!

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Wednesday, April 18, 2007


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Tuesday, April 17, 2007

armi di sopravvivenza




Uno degli elementi piú potenti per capire fino a che punto la cultura mainstream sia imbevuta di maschilismo, é andare ad esplorare quell'universo poco definibile e nebuloso che si potrebbe etichettare come cultura delle donne.
Non voglio perdermi in definizioni e dibattiti sulla possibilitá di esistenza o giustezza di una tale categoria, manteniamoci sul vago, intendiamola anche solo come "cultura prodotta dalle donne".
Appena si comincia ad esplorare quell'insieme di nozioni che impariamo a definire cultura, che va da ció che impariamo a scuola fino agli autori, ai registi, ai fotografi, ai pensatori in voga nelle culture di sinista, ci si accorge che il gruppo é composto principalemte da uomini, ed occorre grattare un po' piú a fondo per scovare le innumerevoli autrici, artiste di tutti i tipi, filosofe e scienziate che producono, pensano e scrivono.
Sembra una banalitá.
Ma l'impatto emotivo e intellettuale che provoca la scoperta di un universo semi clandestino e nascosto, di non facilissimo accesso, ma nenche impossibile da scovare, composto da incredibili donne che hanno innovato e contribuito alle loro discipline, é molto forte. È una sensazione di possibilitá che si aprono, di conferme, ma anche di rabbia verso un furto che ci é stato fatto, verso un mondo che ci é stato tenuto nascosto.




Quindi, si celebra!


Foto: Octavia Butler, scrittrice di fantascienza, morta prematuramente nel 2006.
Eccezionale e prolifica autrice che nei sui libri ha affrontato tematiche legate al genere, alla "razza", all'incontro tra specie e creature diverse, alla schiavitú e al significato della resistenza e della ribellione.

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Monday, April 16, 2007

CSO BRUNO #2




The night is balmy and honey is running through my veins. It's been one of these days when the sky is so blu you think you could go crazy, and when you are lead to believe, if for just one moment, that we could make it all happen for real. That the power is in our hands and we can create whaterver reality we want to live in.

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Sunday, April 15, 2007

NEW SOCIAL CENTRE SQUATTED IN TRENTO!




Yesterday afternoon a group of 70 people entred the abandoned student dorms behind the rail station, and the new social centre was born.

The building is in perfect condition, the rooms still have beds and matresses in them, the leccy works and the water will be on soon. There are even two pool tables, a table tennis, and a table football. It's unbelievable. More than a squat, it feel like a summer holiday camp. Ah, did I mention the garden?



Today, an increadibly hot day, there is a meeting planned, and after that, barbecue for everyone. Next saturday, a big naitonal demo in defence of social spaces. From Copenhagen to Trento...the resistance continues :)

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Wednesday, April 11, 2007

Monday, April 02, 2007

due aprile duelmilaesette, inizio della primavera

sono nella pristina anzienda cum centro di ricerca in cui lavoro, un magnifico esempio di settore pubblico e privato che si incontrano e danno ognuno il peggio di sé, nella ancora piú pristina regione piú "naturale" d´Italia, Süd Tirol, Alto Adige.

É scoppiata la primavera, come si diceva, e da qualche settimana a questa parte il rischio ticchiolatura é in agguato nei monotoni campi di mele che coprono la piana atesina. Questo fungo che colpisce meli e peri si scatena quando la temperatura é alta, e l'umiditá anche. In queste giornate uggiose in cui la pioggia sembra sempre in agguato, gli atomizzatori sono spesso in funzione, a spruzzare la loro dose di veleno funghicida sui meli in prefioritura.

Oggi ho raccolto boccioli di mela , un esercizio dal sapore zen volto a contribuire al miglioramento genetico del melo, o meglio, volto a creare una nuova varitá di mela altoatesian doc, ancora piú croccante, ancora piú grossa, ancora piú lucida di quelle giá sul mercato.
Dunque raccolgo i teneri boccioli dalle sfumature rosa, rosse e bianche, l'odore di erba bagnata mi circonda, i camion dell'Autostrada del Brennero mi sfrecciano accanto (ne passano 4000 al giorno!), mi fermo ad osservare un piccolo nido incastato tra due rami scheletrici, contiente due uova piccoline e azzurrine, bellissime, che mi ripropongo di tornare a fotografare nel pomeriggio. Quando ecco che a qualche di filare di distanze si profila di temuto profilo dell'atomizzatore in funzione, una nuvola di veleno funghicida che si irradia, che brucia le narici e a la gola. Ogni primavera la stessa storia. Saltellando da un piede all'altro e sbracciandomi cerco di attirare l' attenzione dell'operatore del trattore, convinta che non mi avesse vista, e quando si ferma, gli chiedo se avesse intenzione di spruzzarmi, lui scuote le spalle e gentilemte si offre di aspettare un attimo prima di continuare. Grazie, mi manca poco, fermati cinque minuti. Poi puoi riprendere a irradiare, funghi, nidi, le prime api che giá ronzano (ma non era vietato fare trattamenti fitosanitari mentre le api sono intente a raccogliere il polline?).
é la prima volta nella mia vita che sento veramente la morsa della rabbia che viene dalle viscere legata all'avvelenemento della natura. sono anni che mi interesso di agricoltura biologica, sono ambiantalista da sempre, per anni mi sono rifiutata di mangiare animali morti, eppure oggi la vista di quelle due fragili uova azzurrine riempite di funghicida mi ha mosso profondamente. Ora che ci penso, stamattina le strade di campagna erano piene di uccelli morti; ci sará una correlazione tra queste morti e la lotta alla temuta ticchioaltura?

poi ancora mi preoccupo per me stessa. i colleghi non sembrano particolarmente scossi, no, non sanno di regole legate ai trattamenti e i lavoratori che devono stare tra i filari, in effetti non c´é modo di sapere quando si spruzzi, e quindi non c´é modo di tutelarsi se non facendo molta attenzione ai trattori e chiedendo, come ho fatto io, agli operatori di attendere. Ma non si sa nulla di quali siano le distanze di sicurezza da tenere dall'atomizzatore (3 m? 10m?), e per quanto tempo il veleno rimane sugli alberi, sulle foglie, sull'erba. C´é anche una squadra di studenti dell'Istituto agrario che sta piantando dei filari a fianco a noi, anche loro sono vicini agli spruzzi tutto il giorno, ma non sembra essere un problema. Come per molti miei colleghi, cresciuti in masi e aziende dove si producono mele o uva, l'utilizzo di prodotti fitosanitari é normale, e non sembrano credere che possano essere nocivi. Mi sento un po' paranoica, ma in fondo so di avere ragione a preoccuparmi.
ora vado dal responsabile della sicurezza sul lavoro a chiedere delucidazioni.